LA SCACCIA: Pomodoro e Cipolla

Dame e Cavalieri di CONTI IN CUCINA, Sabbinirica,

La farina sulla spianatoia è più bianca della neve sull’altura di Deresowka e il crepitio del fuoco nella tannura più assordante delle salve di batteria dell’89° reggimento fanteria.

Maria non ha mai visto la neve, non ha sentito il freddo del gelido vento di tramontana sulle rive del Don, non ha mai percorso in ritirata la strada che da Dubowikoff porta a Orobinski, non ha mai udito il frullio delle bombe, il fuoco delle armi automatiche e dei mortai, Maria non è mai stata sottotiro delle Katyushe sovietiche, non ha mai udito durante la notte i gemiti continui dei feriti nel dormitorio, le urla e le bestemmie delle divisioni in ritirata.

Maria non conosce la guerra, ma la sente e la combatte.

15 Luglio 1941. Antonio viene inviato sul fronte Russo nella 5ª Divisione fanteria "Cosseria". Quel giorno inizia la guerra di Maria, perché la guerra inizia quando ti tocca di persona, la fede inizia insieme alla paura.

Dicembre 1941. E’ il primo Natale, dopo il bacio della promessa, che Antonio trascorre distante da Maria, un Natale in trincea sotto il fuoco dell’artiglieria sovietica. Nell’assordante solitudine della guerra Antonio vorrebbe udire solo la sua silenziosa speranza, il desiderio che quella lettera, scritta con l’aiuto del tenente cappellano del 2° raggruppamento, fosse già stata ricevuta da Maria.

Marzo 1943. Maria è immobile davanti la stazione di Siracusa, aspettando quel treno su cui mancano 84000 soldati dell’armata italiana morti per sfinimento, fame e congelamento. Il rumore stridente provocato dalla pressione dei ceppi sui cerchioni delle sale montate segna la fine di un’attesa e getta Maria in quell’istante in cui non esiste nulla, tra la luce e il tuono, tra lo sguardo e il saluto, Maria si ritrova in quell’attimo che la Storia dimentica. Scendono dal treno i figli della guerra, rinati dai rifugi, dai camminamenti sommersi dal fango, dalle trincee, dalle granate nemiche, dall’abbandono dei propri compatrioti. Antonio non scenderà da quel treno, dichiarato disperso dopo la grande offensiva Russa del 12 dicembre 1942.

Maria aveva ricevuto quella lettera:

Carissima Maria
Aspettavo tanto oggi tue notizie. Oggi è la festa del Natale, lì a casa si farà festa, io so che tu vedendo gli altri diventerai triste pensando a noi.

Qui è una fredda giornata di sole, ma io non sento il freddo e la neve, perché il mio pensiero è rivolto a te che sei molto lontana

Noi qui non abbiamo nemmeno potuto ascoltare la S. Messa e questo mi dispiace, però malgrado questo inconveniente tutto va bene perché il Russo se ne sta fermo.

Tu Maria, come stai? Non essere triste? Bisogna viverla la vita che ci spetta.
Ti prometto e spero che tutto finirà presto e questo Natale lo recuperiamo e lo festeggiamo insieme il giorno in cui ritorno, con allegria, con il nostro amore e mangiando le Scacce di pomodoro buonissime che solo tu sai fare. Mi manchi tantissimo e se è questo il sacrificio che devo fare per rimanere tutta la vita con te, lo faccio.

Ti do io i miei saluti e baci e un caro abbraccio sperando presto di poterti rivedere.
Tuo Antonio


Maria quel giorno aveva preparato il loro Natale, ma la casa che ha lasciato la mattina adesso appartiene a un’altra vita, fermatasi insieme a quel treno.  Le Scacce di Pomodoro, sfornate la sera prima, sono ricoperte da una sottile tovaglia di lino, la brocca di vino e i bicchieri fermi nel mezzo della tavola, non si ode più il crepitio del braciere. Sembra che l’intera Guerra si fosse fermata in quella casa, rendendo ogni cosa esanime. Per Maria non esiste più la fede, la paura, la speranza, adesso Maria crede fermamente nel ritorno di Antonio per potere continuare a vivere.

Maria preparerà per il resto della sua vita, il pranzo di Natale per il suo Antonio, ogni giorno è il loro Natale, Maria continuerà a vivere in quell’istante eterno in cui la fede non esiste ma si crede e basta, in cui la guerra non finisce ma la si vince ogni giorno.                                                                   

Ora travagghiamu! eccovi di seguito la ricetta completa:


Ingredienti:



  • 1 kg di farina di grano duro
  • 25 gr di lievito di birra
  • ½ bicchiere di olio di oliva
  • 1 pizzico di sale
  • Acqua q.b
  • Formaggio Caciocavallo Ragusano 100 gr a tocchetti
  • Formaggio Caciocavallo Ragusano 100 gr grattugiato
  • Cipolla di Giarratana q.b.
  • Salsa di Pomodoro Pachino IGP
  • Olio extravergine di oliva Monti Iblei DOP

Preparazione:



1. Disponete a fontana la farina sul piano di lavoro, aggiungete il sale, l’olio di oliva e il lievito di birra disciolto in acqua tiepida.


2. Impastate energicamente tutti gli ingredienti e lavorate l’impasto fino ad ottenere un composto liscio ed elastico.


Impasto


3. Fatto ciò, fate lievitare il composto in un posto caldo e umido per circa 90 minuti.


4. Contemporaneamente iniziate a pulire la cipolla, sbucciatela e tagliatela a spicchi.

5. Soffriggete la cipolla con un pizzico di sale e negli ultimi 2 minuti di soffritto aggiungete la salsa di pomodoro.

Soffritto di Cipolla

Cipolla e salsa


6.Con l'aiuto del matterello (Lasagnaturi) stendete la sfoglia  di pasta dello spessore di pochi millimetri .
 
Sfoglia

7. Aggiungete alla cipolla e alla salsa il Caciocavallo Ragusano grattugiato.

8. Dividete la sfoglia di pasta circolare stirata in due metà e condite con la salsa e la cipolla.

Pasta e salsa di cipolla




Farcitura


9. Aggiungete i tocchetti di Caciocavallo Ragusano DOP e un filo d'olio extravergine d'oliva Monti Iblei.

Pasta, salsa di cipolla e Caciocavallo

10. Richiudete ogni metà della sfoglia di pasta "a portafoglio", ovvero piegando l'impasto a strisce di lunghezza di 10 cm.

11. Sigillate le estremità con i cosiddetti "riefichi".

Scaccia chiusa


12. Spennellate con olio extravergine di oliva e infornate il tutto a 200 gradi per circa 35 minuti.


Le Scacce Pomodoro e Cipolla

Le Scacce Pomodoro e Cipolla


Buon divertimento, Buon appetito, Mangiamu e Salutamu